L’antico castello di Arcidosso sorge nel versante occidentale dell’Amiata, intorno alla sommità di un poggio di roccia arenaria di m. 661. Dominato dall’imponente rocca Aldobrandesca, è formato da quattro strade che si sviluppano nel versante occidentale.

Il villaggio di Arcidosso è attestato fin dall’860 come possedimento dell’abbazia di San Salvatore; nel 1121 viene ricordato per la prima volta come castello, cioè borgo circondato da mura. Da poco tempo è passato sotto il dominio degli Aldobrandeschi, importante famiglia feudale di origine longobarda che estende il suo dominio in un vasto territorio compreso fra l’Amiata e il mare. La famiglia, dopo forti scontri, arriva ad un accordo con San Salvatore, che guiderà spiritualmente il castello costruendo tre chiese parrocchiali, collocate nei tre terzieri del paese.

Il primo terziere è quello del Castello, che sorge ai piedi della rocca, con la chiesa di San Niccolò, ricordata fin dal 1144. Verso sud si sviluppa il Borgo Talassese, con la chiesa di Sant’Andrea, mentre nella direzione opposta troviamo il Borgo Codaccio, con la chiesa di San Leonardo, entrambe ricordate dal 1188. Questi borghi sorgono per successivi ingrandimenti del paese e vengono poi circondati da nuove cerchie di mura; probabilmente portano i nomi di villaggi posti nelle vicinanze, che vengono abbandonati per popolare il nuovo centro fortificato, che diventa uno dei più importanti del dominio degli Aldobrandeschi. Le chiese dei tre terzieri, con la rocca, sono gli edifici più importanti e rappresentativi del paese, luoghi di aggregazione e ricordo degli antichi insediamenti dei villaggi.

La chiesa, casa della Comunità cristiana

La chiesa, dal greco ecclesia cioè comunità dei fedeli che professano la fede in Cristo, è il luogo dove si riuniscono i battezzati per seguire l’invito di Gesù fatto ai suoi apostoli durante l’Ultima Cena: “Fate questo in memoria di me” (dal Vangelo secondo Luca 22,19). Nei primi secoli le comunità si riuniscono nelle case dei propri membri, ricollegandosi idealmente alla “sala al piano superiore, grande e arredata” (Luca 22,12), il Cenacolo, dove Gesù celebra l’ultima Pasqua con i suoi amici, prima della crocifissione.

Solo dopo l’editto dell’imperatore romano Costantino del 313, che concede ai cristiani e alle altre religioni la libertà di culto, nascono le chiese come le conosciamo noi, rifacendosi ad esempi laici dell’architettura romana, arricchiti di simboli che rinviano al Mistero di Dio che si celebra in questi nuovi edifici.

Uno dei simboli più importanti è quello della luce: le antiche chiese hanno la parte terminale, dove è collocato l’altare, verso est, verso il sole che sorge simbolo del Cristo che illumina, fin dalle prime luci dell’alba, la comunità riunita nel suo nome. Ad Arcidosso conservano questo orientamento, molto chiaro nella pieve di Lamula, le chiese di San Niccolò e di Sant’Andrea.

Il portale di accesso alla chiesa rimanda a Cristo, porta che apre alla comprensione del Padre. La pianta spesso è a forma di croce e rinvia all’amore di Cristo per l’umanità che arriva ad accogliere il nostro limite più grande, quello della morte, per illuminarlo con la luce della risurrezione.

Le chiese più importanti spesso sono divise in tre navate, numero perfetto che rinvia al Mistero della Santissima Trinità. L’antica pieve di Lamula è come una guida per gli altri edifici che, nati tutti a navata unica, attraverso successivi ampliamenti, dovuti alla crescita della popolazione di Arcidosso, si trasformano in tre navate, esclusa Sant’Andrea.

Potente simbolo mistico, di ascesa verso l’alto, è il campanile a torre, di cui sono dotate molte chiese, da cui suonano le campane per segnare il tempo, dono di Dio, e per chiamare i fedeli alla preghiera e ai sacramenti. Oltre alla pieve di Lamula, hanno la torre campanaria San Leonardo ed il santuario della Madonna Incoronata.

Le chiese parrocchiali, dotate di fonte battesimale, diventano luoghi di sepoltura dei fedeli defunti, dentro l’edificio stesso e intorno, per celebrare durante la liturgia la comunione fra la Chiesa pellegrina sulla terra e quella dei Santi che vivono nella Casa del Padre. In recenti scavi archeologici sono stati trovati resti di un cimitero nei pressi della pieve di San Niccolò.

Ogni chiesa ha dei luoghi liturgici collegati alla celebrazione del Mistero di Dio: la sala, che accoglie la comunità; l’altare dove viene celebrata l’Eucaristia, circondato dal presbiterio, zona riservata ai sacerdoti; l’ambone, struttura da dove viene proclamata e spiegata la Parola di Dio; il tabernacolo, per la custodia dell’Eucaristia. Le chiese parrocchiali, cioè con cura pastorale di una comunità, eredi delle antiche pievi (dal latino plebs, cioè popolo), hanno, come detto, il fonte battesimale dove viene donato il sacramento del Battesimo ed il nuovo cristiano entra a far parte della comunità dei credenti in Cristo.

Il Castello

Il castello iniziò ad essere costruito probabilmente intorno all’anno 860 poco prima del pieno Medioevo, dalla famiglia Aldobrandeschi su preesistenti costruzioni di epoca longobarda...

Le Chiese

L’antico castello di Arcidosso sorge nel versante occidentale dell’Amiata, intorno alla sommità di un poggio di roccia arenaria di m. 661

Le Frazioni

Il territorio del Comune di Arcidosso risulta suddiviso tra le frazioni di Arcidosso (capoluogo, comprendente anche Bagnoli e San Lorenzo), Montelaterone, Salaiola, Stribugliano e Zancona (comprendente Le Macchie).

Monte Amiata

L'Amiata è un vulcano che non presenta la classica forma a cono, ma appare come una sommatoria di cime

Monte Labro

Il Parco Faunistico del Monte Amiata inserito nella Riserva Naturale del Monte Labro presenta un’esperienza nuova nel variegato panorama dei parchi a livello nazionale

Sentieristica

Una rinnovata rete sentieristica per il trekking collega Arcidosso a tutte le sue frazioni (con la mappa dei sentieri)

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