La Pieve di Santa Maria “ad Lamulas”, nonostante si presenti oggi assai frammentaria a causa di rimaneggiamenti che già iniziarono nella seconda metà del XIII secolo per concludersi con discutibili restauri moderni, costituisce uno dei più interessanti e significativi esempi di architettura romanica della Toscana meridionale.

Tralasciando la facciata e il campanile rifatti in stile del secolo scorso, quello che oggi caratterizza inconfondibilmente l’edificio, all’interno, è il contrasto tra il presbiterio e la restante parte, frutto di una affrettata conclusione dei lavori o di un rimontaggio della seconda metà del Duecento, attuati senza pretese stilistiche ma con un indubbio risultato di originalità.
La pieve non si distingue soltanto per le soluzioni architettoniche messe in atto nel presbitero che occupa una delle sei campate dell’edificio, ma anche per certi elementi decorativi, concentrati sempre in questa parte della chiesa.

La pieve di Santa Maria in Lamula non conserva molto del suo presumibile corredo originale di opere d’arte, se si esclude la ragguardevole ma unica scultura lignea raffigurante la Vergine col bambino, oggi collocata nell’abside della chiesa dietro l’altare, opera di scuola senese quattrocentesca ma di incerta collocazione cronologica ed esecutiva.

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